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lunedì 22 ottobre 2012

Confessioni di un ciclista urbano


Sabato pomeriggio, mentre stavo correndo sul lungodora in direzione del parco della Colletta, ho visto due uomini della polizia stradale in moto dapprima affiancare un ciclista, poi parlargli mentre ancora erano in movimento, e infine fermarlo. Uno dei due agenti ha tirato fuori il blocchetto delle multe e io, incredulo per quanto stava accadendo, mi sono avvicinato per capire come stavano le cose.

Il ciclista era stato fermato perché dal lungodora Voghera aveva svoltato sul ponte per via Carcano passando con il rosso. Non ci potevo credere. Multare un ciclista è il modo più facile per guadagnarsi la giornata, ho pensato. Un po' come quando i bulli a scuola se la prendono con i più deboli per farsi dare il pranzo. Evidentemente devono portare a casa un tot di multe a turno e un ciclista è una preda golosa: lo cogli sul fatto, non può scappare, e un po' ci godiamo pure a massacrare sti stronzi de ciclisti. Ho guardato i due agenti della polizia con gli eyes of shame, avrei voluto anche mettermi a protestare ma non riuscivo a emettere un cazzo di suono uno da questa maledetta gola.

Una volta ripreso a correre, mi sono messo a pensare e ripensare alla vicenda. In fondo il ciclista aveva commesso un'infrazione ed era giusto che venisse punito. Togliendo tutto ciò che c'era di emotivo e lasciando il solo raziocinio all'opera, era una conclusione lampante. Sbagli e paghi. Però allora dovremmo multare anche tutti i pedoni che attraversano con il rosso, no?
Forse ci sono, come sempre, due diversi livelli di legge: uno legale e uno morale/sociale. Nessuno multerebbe un pedone che passa con il rosso (ho controllato, e Google dice che i casi si contano sulle dita di una mano), anche se nessuno potrebbe opporsi a una multa del genere perché legalmente valida senza se e senza ma.
E se questa legge morale vale per il pedone che è utente debole della strada, perché non può valere anche per i ciclisti, anch'essi utenti deboli?

Lasciando questa domanda per aria, ho cambiato punto di vista per osservare la questione da un altro lato.
Ho pensato che noi ciclisti abbiamo questo senso di superiorità, di missione, e, allo stesso tempo, di vittimismo che insieme sono un mix letale perché portano alla distorsione della realtà e spalancano la porta all'integralismo più estremo (ok il post linkato è davvero un po' estremo, ma la logica sottesa è la stessa), ed è mia opinione che i ciclisti lo stiano diventando sempre di più.
Osiamo manovre azzardate, ci barcameniamo con destrezza tra mille gli ostacoli urbani, tagliamo strade magari senza volerlo, abbiamo un'innata fiducia nelle nostre capacità, pensiamo che per noi qualsiasi eccezione si possa fare, e tutti quelli che si frappongono fra noi e il nostro traguardo sono degli incompetenti, degli inquinatori, schiavi dell'abitudine e per questo meno degni di noi di muoversi nella città, mentre noi abbiamo sempre ragione e dovremmo essere intoccabili. Un po' come avrebbe dovuto esserlo quel ciclista di lungodora Voghera.

Il ragionamento che facciamo è "non solo io mi faccio il culo ad andare in bici in una città che alle bici non concede nulla, facendo quello che sembra la prova del fil rouge di giochi senza frontiere ogni singolo giorno; mi sacrifico anche per la patria per renderti il mondo più verde e pulito; faccio un favore persino all'amministrazione comunale perché ti trancio via parte del traffico e delle PM10, e tu osi togliermi l'unica cosa che mi tiene ancora in sella, vale a dire la libertà?"

La libertà è la gioia di ogni ciclista, quella scintilla che ti fa innamorare delle due ruote e che nessuna sfilza di di ostacoli e sfighe urbane riesce a eguagliare. La libertà di non essere confinato sulla strada. La libertà di poterti fermare per fare una foto. La libertà di non essere bloccato nel traffico. La libertà di poter non sottostare a (tutte) le regole. Come i semafori rossi. Con i miei colleghi ciclisti, uno dei mantra che si è affermato nel tempo è "se ti fermi ai semafori rossi, allora la bici a che serve?"

Eppure il senso di ingiustizia c'è e si sente tanto. Perché al pensiero di quel povero sventurato del lungodora si affianca l'immagine del centinaio di macchine in doppia fila in Piazza Vittorio il sabato sera. E allora uno si chiede davvero se non valga la pena di abbandonarsi alla lotta senza quartiere più totale, come quel ciclista che confessa di aver sputato sul vetro della macchina parcheggiata sulla pista ciclabile.

Il punto è che per i ciclisti a Torino c'è davvero pochissimo spazio e ancor meno considerazione. E quindi spazio e considerazione vengono presi con la forza, o barattati con altri privilegi che pedoni e auto non possono avere.

Ma gli estremismi e gli integralismi, a cui è facile cedere viste le condizioni attuali, non portano comunque a nulla, se non al peggioramento della situazione.

Nella città ideale il cittadino può essere di volta in volta pedone, ciclista e automobilista, a seconda del tragitto, della destinazione e delle necessità. Torino però non è la città ideale. 
In Italia la dualità auto-pedone è ormai consolidata da decenni, mentre la bicicletta è un mezzo nuovo. Fino a cinque anni fa in effetti i ciclisti urbani erano davvero pochi. Il cambiamento quindi non deve essere solo a livello pratico e concreto ma anche psicologico: degli amministratori prima, e dei cittadini poi.

Ma è qui che l'amministrazione dovrebbe fare la sua parte, promuovendo l'uso della bicicletta e agevolando chi usa la bici come mezzo di trasporto quotidiano. Qualcosa si è già fatto, altri progetti sono on the way, ma il Comune sta facendo tutto senza convinzione. Lo sta facendo, mi sembra, solo perché ci sono le associazioni che rompono le palle. Come se si parlasse sempre dei ciclisti della domenica (i famosi) e non di quegli altri.

Il pezzo mancante della questione, a mio parere, è proprio questo: l'amministrazione comunale non ha capito che la bici può essere (ed è già) usata sistematicamente come mezzo di trasporto quotidiano, e che incentivare questo uso gioverebbe a tutta la città per le conseguenze su traffico, PM10, pulizia, stress, salute e altro; insomma non ha capito quegli assiomi che ogni ciclista urbano ha fatto propri. E finché ci si parla su due livelli diversi non si arriverà mai a capirsi. E la strada mi pare ancora lunga.

giovedì 14 giugno 2012

Attacco vandalico contro il TObike

BASTARDI. Non ho parole.
Un servizio per cui paghiamo tutti e di cui si servono più di 15.000 torinesi vandalizzato in una notte.

2012/6/14 To Bike <info@tobike.it>


[TO]BIKE, questa notte, è stato bersaglio di un atto di vandalismo mirato e al tempo stesso  indiscriminato. Sono centinaia le bici del parco mezzi le cui ruote sono state volontariamente squarciate divenendo così inutilizzabili per tutti gli utenti del servizio.

Ci dispiace per il disagio che questo spiacevole episodio sta generando nella regolare fruizione del servizio e ci rammarica sinceramente che il nostro [TO]BIKE, il servizio di tutti, sia stato così gravemente danneggiato.
L'intero team [TO]BIKE è al lavoro da ore per ripristinare il corretto funzionamento di tutti i mezzi coinvolti sì da rimetterli in circolazione nel minor tempo possibile.
Lo Staff [TO]BIKE

sabato 10 marzo 2012

Brutte notizie per la cinta daziaria di corso Lanza

Avete presente quel bel muretto che separa i due sensi di marcia di corso Lanza? A quanto pare potrebbe essere abbattuto a breve. Le casse del comune sono vuote, non ci sono i fondi per dar corso alle riparazioni previste e la soluzione che sembra sempre più probabile è la sostituzione del muretto (ormai a rischio crollo) con un guard rail di metallo, come è già successo all'angolo con viale Thovez.

La cinta daziaria fu costruita nel 1884 e si sviluppava tra i corsi Gabetti, Lanza e Moncalieri. Ne restano il tracciato, il muro di corso Lanza e il casotto daziario.

sabato 7 gennaio 2012

Via dell'Università

Squillino le trombe, Torino ha una nuova via dal nome pomposo e seicentesco: via dell'Università.



In realtà "via dell'Università" è il nome del nuovo percorso ciclabile a doppio senso di marcia che si trova su via Borelli, sconosciuta via a senso unico che non è altro che il prolungamento di via Montebello tra Corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena.


Tra le caratteristiche di questo nuovo percorso ciclabile non spicca certamente la lunghezza: via dell'Università si interrompe infatti dopo 20 metri dal maestoso segnale di inizio.


In realtà quello di via Borelli è il primo minuscolo pezzettino di un percorso ciclabile più lungo che attraverserà il centro di Torino da nord a sud toccando tutte le residenze e le sedi universitarie, come approvato dalla delibera del consiglio comunale di Torino il 20 settembre 2010.
Al tratto di via Borelli in particolare seguirà probabilmente (non ho trovato notizie in merito in rete) il prolungamento su Lungo Dora Siena per raggiungere il nuovo gigantesco campus universitario di Norman Foster.

sabato 17 dicembre 2011

As seen on tv

Ma questi schermi, sui bus, da quando li hanno messi?


Torino è la quinta città più intasata d'Italia

I risultati della ricerca del centro studi Tom Tom, che fa capo all'azienda produttrice di navigatori satellitari, stila una classifica delle città italiane più caotiche e trafficate in cui Torino è in quinta posizione, con il 23,6% di strade regolarmente intasate. Peggio di noi solo Genova, Roma, Napoli e Milano, la peggiore.

Un 'merito' particolare spetta a via Cigna: l'osservatorio stila infatti anche una lista delle strade più trafficate d'Italia e via Cigna, nonostante gli ultimi cambiamenti urbanistici, è al settimo posto. Non troppo male, si direbbe: l'anno scorso era stata al secondo.

lunedì 12 dicembre 2011

Nuovo orario dei treni: i cambiamenti per Torino

Dal 12 dicembre scatta il nuovo orario ferroviario invernale. Ne avevamo già parlato qui a proposito della soppressione del servizio Artesia Torino-Parigi in TGV. In realtà il servizio viene ereditato dalla SNCF, la società ferroviaria nazionale francese. Qui sono elencati tutti i cambiamenti:

Frecciarossa. Due treni in più sulla Torino - Milano - Roma con fermate a Milano Garibaldi, Rogoredo, Bologna, Firenze, Tiburtina. Potenziata la fascia mattutina tra Torino e Milano, con 5 treni in partenza tra le 6.30 e le ore 9, tre dei quali concentrati tra le 7.37 e le 8.02. Il Torino-Roma delle 18.42 fermerà la sua corsa a Milano (nuova partenza da Torino alle 18.39).

Frecciabianca. Potenziata l'offerta con un nuovo collegamento Torino - Milano - Trieste, tre nuove corse Venezia (p.17.20) - Torino (a.21.55), Torino (p.17.05) - Venezia (a.21.40) e Milano (p.12.35) - Venezia (a.15.10).

Offerta giorno/notte. L'hub di Bologna Centrale offrirà servizi diurni da e per Torino, Milano, Bolzano, Venezia, Trieste e gli altri capoluoghi del nord.

Intercity. Confermati quelli tra Torino e Genova.

Trasporto regionale. Invariata l'offerta sulle linee piemontesi con l'eccezione delle linee Torino - Milano, Biella - Milano, Torino - Bardonecchia e Torino - Susa, dove il servizio viene potenziato. Da Torino a Milano, e viceversa, aggiunta una coppia di regionali veloci che porterà la frequenza nelle ore di punta ad un treno ogni 20-25 minuti. Da Torino, al minuto 20 di ogni ora, partirà un treno per Bardonecchia. Altrettanto al minuto 45 per Susa.

Torino-Lione-Parigi. Spariscono i treni Artesia e debutta il servizio svolto dalle ferrovie francesi. Tre treni alle 7.46, 12.40 (sabato e domenica un'ora prima), 17.35. L'offerta prevede una nuova gamma di tariffe con prezzi di sola andata a partire da 25 euro in seconda classe. (prenotazioni e info su http://www.tgv-europe.it/it/)

sabato 12 novembre 2011

Da dicembre niente più treni da Torino per Parigi

Da dicembre addio alle linee Artesia: il collegamento con convogli italiani obbligherà a un'odissea attraverso Lombardi e Svizzera per un totale di quasi undici ore


di MARIACHIARA GIACOSA per Repubblica Torino

DA DICEMBRE in Francia si va con i francesi. A meno che uno non abbia intenzione di prendersi un giorno di ferie per fare poco meno di 320 chilometri. Dal 12 dicembre infatti spariscono dall'orario ferroviario i treni veloci di Artesia, la società di Trenitalia e Ferrovie francesi, che si è sciolta alcuni mesi fa e che fino ad ora ha garantito tre collegamenti al giorno tra Torino e Lione. Sparirà anche il servizio di autobus messo in piedi da Piemonte e Rhone Alpes per ovviare ai disservizi provocati dai lavori degli ultimi anni sulla linea ferroviaria e alla soppressione di alcuni treni per problemi di omologazione.

L'unica soluzione made in Italy per passare le Alpi resterà un lunghissimo giro passando da Milano, dalla Svizzera, per poi scendere verso la Francia e Lione. Un esempio? Si può partire alle 8.30 da Porta Nuova, fare tappa a Milano Centrale, gironzolare per il nord ovest, passando ben tre confini, per poi approdare quasi 11 ore dopo in terra lionese. Se poi si parte alle sei di sera, possono servire addirittura tre treni e 14 ore e mezza di dondolio ferroviario prima di arrivare a destinazione. Insomma, un'odissea.

Si rassegnino i patriottici, per espatriare in carrozza sarà meglio affidarsi ai cugini d'oltralpe. Il servizio sarà presentato solo il 22 novembre, ma qualche anticipazione si sa già. Tre treni al giorno - mattino, ora di pranzo e tardo pomeriggio - partiranno da Milano per raggiungere Lione Saint Exupery, che è la stazione dell'aeroporto collegata con la città con treni metropolitani e autobus. Durata del viaggio: tre ore e mezza. Fermate a Torino, Oulx e Bardonecchia, dove il treno potrà fermarsi perché si tratta di stazioni di confine. Ancora incerte, per decisione dell'Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari (lo stesso che ha stoppato per due volte Arenaways), le fermate a Novara e Vercelli. A gestire il servizio sarà la Svi, Servizio viaggiatori Italia, una società creata appositamente dalle Ferrovie francesi per sbarcare sul mercato italiano dopo la fine della partnership con Trenitalia. Fino a giugno sarà l'unica soluzione per mettere piede, via treno, in terra francese. Per l'estate dovrebbero invece arrivare i nuovi collegamenti giornalieri Torino-Lione annunciati a settembre dalla nuova società creata da Trenitalia e Veolia, il colosso francese della mobilità. Ma su questo ancora non ci sono dettagli.

domenica 6 novembre 2011

#allertameteoPM


L'aggiornamento sul livello dei fiumi torinesi e piemontesi, vaibilità e comunicazioni urgenti in diretta su Twitter #allertameteoPM .

martedì 13 settembre 2011

Il bike sharing si allarga

via lastampa.it

Il bike sharing raddoppia e si trasferisce in periferia. Convinta che si debba a tutti i costi rompere l’isolamento - di infrastrutture, collegamenti, relazioni, opportunità - in cui si divincolano i quartieri di periferia, l’amministrazione ha deciso di cominciare dalla mobilità. Leggera, sostenibile, perché è chiaro a tutti che una delle città più inquinate d’Europa ha bisogno di una rivoluzione nel modo di spostarsi. A cominciare dalle biciclette, e da un sistema che, arrivato a quasi 60 stazioni, 13 mila abbonati e 3 mila prelievi giornalieri, è pronto a moltiplicarsi e uscire dalla cinta daziaria del centro.

Entro il prossimo anno verranno installate 57 stazioni: 24 sono in lavorazione, 27 da definire, le ultime 6 in attesa che si risolvano alcuni problemi tecnici. Una cosa è certa: i nuovi interventi coinvolgeranno tutti i quartieri finora esclusi, e disegneranno un progressivo avvicinamento alle zone più periferiche. Per pianificare a tavolino i prossimi interventi l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta ha incontrato i presidenti di circoscrizione. Ha comunicato il piano di espansione della rete. Ma ha anche chiesto collaborazione: le nuove postazioni da piazzare saranno individuate dall’amministrazione in tandem con i quartieri, secondo le necessità delle varie zone della città e i flussi di traffico in teoria più idonei.

Tenendo presente un criterio: «La rete, per funzionare, dev’essere a maglie strette», spiega Lavolta, «non più di 3-400 metri tra una stazione e l’altra». L’espansione, dunque, seguirà la logica dei cerchi concentrici, e sarà graduale. Ma non solo: il vertice con le circoscrizioni è servito anche per tracciare soluzioni inedite: «Immagineremo alcune arterie su cui sviluppare il servizio», spiega l’assessore, «direttrici che colleghino zone esterne con il centro». Un primo fronte su cui si lavorerà è l’asse di corso Francia. «Usare le grandi direttrici del trasporto pubblico può creare sinergie virtuose tra i mezzi e le biciclette», ragiona il presidente della quarta circoscrizione Claudio Cerrato.

Un altro tassello sarà la mobilità ciclabile universitaria. «È una delle ipotesi su cui sto lavorando con l’assessore alla Viabilità Lubatti», dice Lavolta. «Sarà uno dei cardini dell’elaborazione del prossimo bici plan». Un altro sarà la partnership con le imprese: le aziende con più di 300 dipendenti per legge sono tenute a prevedere la figura del mobility manager e ad adottare misure per la mobilità sostenibile dei loro dipendenti. Alcune grandi società si sono già fatte avanti, disposte a piazzare stazioni nei dintorni - accollandosi parte dei costi di installazione - e incentivare i lavoratori a spostarsi in bicicletta.

domenica 28 agosto 2011

Via Carlo Alberto: plebiscito pedonalizzazione completa

L'Assessore Lubatti ha chiesto ieri ai torinesi di esprimere la loro preferenza rispetto alla pedonalizzazione completa o parziale di via Carlo Alberto e i torinesi hanno risposto in maniera inequivocabile: al momento, su 1000 voti, il 77% vuole la pedonalizzazione completa della via, al di là del problema della raggiungibilità del parcheggio di piazza Bodoni.



La seconda opzione, con un misero 11%, è favorevole alla circolazione delle auto nel tratto da Corso Vittorio a via Mazzini: tra le tre opzioni presentate che prevedevano la circolazione delle auto, quella fino a via Mazzini è quella che vede la circolazione minima indispensabile per raggiungere il parcheggio sotto il Conservatorio.

Le altre opzioni prevedevano la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria (e quindi alla bellissima Piazzetta Due Lampioni, appena venuta alla luce grazie alla pedonalizzazione dell'area) o fino a via Maria Vittoria.
Nelle foto, prima e dopo - piazzetta Due Lampioni com'era prima e com'è adesso:




Come raggiungere quindi, in caso di completa pedonalizzazione della via, il parcheggio di Piazza Bodoni? Il problema c'è, e non è cosa da poco. La struttura contiene 454 posti e vi si accede scendendo su via Carlo Alberto e svoltando a destra in piazzetta Due Lampioni su via Bodoni. La soluzione ottimale per mantenere questa viabilità sarebbe autorizzare la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria, ma così si perderebbe la pedonalizzazione della piccola piazzetta della banca Passadore: soluzione che consiglio vivamente di evitare. Piuttosto, si renda via Bodoni percorribile su entrambi i sensi, eliminando i parcheggi in superficie: così darà possibile accedere al parcheggio da via San Francesco da Paola.

martedì 26 luglio 2011

Linea 7 storica, i perché di uno stop

Spiegati su Torinoclick (e ripresi da un amico di skyscrapercity) i motivi dello stop alla circolazione per i tram della linea storica 7 nei giorni feriali (cliccare sull'immagine per ingrandire):

lunedì 25 luglio 2011

Sospensione estiva ZTL e zone blu

Come negli anni scorsi la Giunta Comunale ha disposto la sospensione estiva del pagamento della sosta nelle “zone blu” e delle limitazioni previste dalla ZTL ordinaria: la sospensione riguarderà il periodo tra l’8 ed il 20 agosto compresi.

Nei parcheggi a barriera ed in quelli “in struttura” affidati a GTT resterà in vigore la sosta a pagamento, mentre per quanto riguarda quelli in gestione ad altri l’eventuale sospensione verrà definita con apposite ordinanze.
Gli abbonamenti ai parcheggi GTT acquistati per il mese di settembre potranno essere utilizzati a partire dal 22 agosto, mentre con quelli validi per il mese di luglio si potrà sostare fino al 6 agosto.

Resteranno invece in vigore anche durante l’estate i divieti alla circolazione nella ZTL Area Romana tra le 21 e le 7,30 (dalle 19,30 in piazza Emanuele Filiberto), nelle vie e corsie riservate ai mezzi pubblici (tra 7 e le 21), nelle aree pedonali e nella ZTL Valentino (in entrambi i casi dalle 0 alle 24 di tutti i giorni, festivi compresi). (e.v.)

(via MarcoAddonisio)

sabato 4 giugno 2011

BruiseSharing

Ahimé non sono il solo ad aver sperimentato parecchi disservizi con le bici condivise di TObike.
Peccato, perché il servizio è potenzialmente ottimo: bisogna però aumentare la manutenzione e le riparazioni delle bici perché da qualche mese a questa parte fanno (purtroppo) davvero pena.

martedì 26 aprile 2011

Caselle flop

Bene. Visto che l'AD di Sagat dice che Caselle ha avuto un anno record, voglio solo dire che sto organizzando una reunion con i miei amici europei e portarli a Torino è un gran bel casino e se mi va bene riesco a farli arrivare a Malpensa e se mi va male mi tocca andarli a prendere uno a uno a Orio al Serio CRIBBIO.

In quanto a collegamenti aerei e accessibilità aerea Torino fa schifo, ha un bacino di 2 milioni di potenziali utenti e un aeroporto che non è assolutamente all'altezza di servire una città così grossa, questo per colpa di un'amministrazione aeroportuale che guarda ai propri interessi ancora prima che agli interessi della città che l'hub dovrebbe servire.

Prossima fermata Magagna

Spiace constatare i problemi delle nuove fermate di metropolitana inaugurate solo poco più di un mese fa. Certo, un periodo di rodaggio è inevitabile, ma si sperava almeno che le stesse magagne che si erano presentate alle fermate precedenti fossero state corrette anche per le nuove.

Sono perplesso all'idea di togliere gli addetti alla clientela dalle stazioni, danno così un senso di sicurezza. Certo, tenerne uno per fermata non è pensabile, ma forse si può prendere ispirazione da cosa fanno altre città europee, in cui gli addetti lungo l'orario di lavoro passano di stazione in stazione.

sabato 12 febbraio 2011

TO Bike or not to bike?

Oggi ho avuto la mia prima volta.
Parliamo di TOBike, il bike sharing di Torino, nato nel 2010 e arrivato in soli 7 mesi ad avere 5000 abbonati.
Premetto che io ho una mia bici mia e non ho (ancora) fatto l'abbonamento al TOBike perché non ne ho mai avuto bisogno. Almeno fino ad oggi, quando la mia indomita Kala ha smesso di frenare e ho dovuto portarla a riparare.

Oggi pomeriggio avevo due/tre impegni tutti in centro, tra Borgo Dora e il Lungo Po, e quindi avevo un ardente bisogno di biciclettare avanti e indietro. E così sono andato fino a Borgo Dora a piedi all'andata; invece tornando, complice il mio amico Mathieu che è un tipo sempre troppo avanti, io e lui notiamo sul Lungo Dora Savona una stazione TOBike. Mat, con grande savoir faire, tira fuori dalla sua giacca un portafoglio e dal portafoglio una tessera: una preziosa tessera TOBike.

Fu così che ebbi la mia prima volta.

In sella alla bici cabriolet, con la schiena eretta (la mia bici abituale è una mountain bike invece, quindi potete capire il mio impaccio nello stare così dritto) ho pedalato con i capelli al vento sentendomi un po' come la principessa Mary di Danimarca mentre pattinava sulla spiaggia di Amager. La bici era fantasticamente a posto, abbiamo avuto un problema con un'altra bici che invece non voleva saperne di venire fuori dalla palina ma il pronto Mathieu ha chiamato il numero verde (lo sapete che sono aperti anche al sabato?) e hanno brillantemente risolto tutto nel giro di 4 minuti e mezzo.

Insomma, una figata.

Ho riattaccato la bici-cabriolet alla stazione davanti al Gradenigo e sono andato a prendere la mia bici riaggiustata a puntino, ma la prossima volta mica mi faccio fregare ancora: faccio subito richiesta per una tessera TOBike tutta mia.
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