mercoledì 31 marzo 2010

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Il Presidente Cota, per nulla affaticato dalla campagna elettorale si è subito messo al lavoro ed ha affrontato uno dei più gravi problemi della Regione Piemonte: il patrocinio della Regione Piemonte al Pride di Torino.

Pare, infatti, che nel corso di una trasmissione televisiva il neo Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota abbia dichiarato più volte: “Dovrò revocare il patrocinio al Gay ride”.

Nel ringraziarlo per l’attenzione vorremmo confortare lui, il suo staff e i suoi solerti collaboratori: nessuno ha mai chiesto, né alla precedente amministrazione né a quella attuale, il patrocinio per il prossimo Pride.

Ora il Presidente può prendersi una meritata pausa e con calma dedicarsi, più in là nei tempi, a questioni meno urgenti e meno sentite dalle donne e dagli uomini di questa regione: il lavoro, la crisi economica, la sanità.

Daniele Viotti
Coordinatore del Coordinamento Torino Pride LGBT

Cota, dovrò revocare il patrocinio al Gay Pride

Roma - Il neogovernatore del Piemonte Roberto Cota, intervenendo alla trasmissione "Porta a porta", ha anticipato che revocherà il patrocinio alla prossima edizione del Gay pride torinese concesso dall'ex presidente Mercedes Bresso. "Dovrò revocare il patrocincio al Gay pride" ha ripetuto più volte l'esponente leghista al termine della puntata.

(via voceditalia)

Inauguriamo quindi il tag buongiorno Padania.

Il nuovo consiglio regionale del Piemonte

Con Roberto Cota presidente della Regione Piemonte su 60 consiglieri 36 vanno al centrodestra, 22 al centrosinistra e 2 ai «grillini», Davide Bono, eletto a Torino e provincia e Fabrizio Biolè, eletto a Cuneo. Roberto Cota ha vinto con 1.043.318 voti, pari al 47,32%, contro la presidente uscente Mercedes Bresso che con 1.033.946 voti è arrivata al 46,90%. La differenza è stata di 9.372 voti. La lista Grillo ha ottenuto 90.086 voti.

I seggi di Cota sono 12 del listino più 24 della coalizione (13 Pdl, 9 Lega, Pensionati-Giovine e VerdiVerdi- Lupi); quelli di Mercedes Bresso:1 lei e altri 21 della coalizione (12 Pd, 3 Di Pietro, 2 Udc, 1 ciascuno Insieme per Bresso, Moderati, Rifondazione e Sinistra-Libertà).

Nella suddivisione per provincia a Torino 6 seggi sono Pd, 2 Di Pietro e 1 ciascuno a Moderati, Insieme per Bresso, Udc, Rifondazione e Sinistra-Libertà, 6 Pdl, 3 Lega, 1 ciascuno a Pensionati e VerdiVerdi, 1 a Grillo. Ad Alessandria: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; ad Asti 1 Pdl e 1 Pd; a Biella 1 Pdl e 1 Pd; a Cuneo 2 alla Lega, 1 Pdl ,1 Pd, 1 Udc, 1 Di Pietro, 1 Grillo; a Novara: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; nel Verbano-Cusio-Ossola 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; a Vercelli 1 Pdl, 1 Lega.

Gli eletti della lista regionale sono: Elena Maccanti, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Michele Marinello, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta, Roberto Rosso, Carla Spagnuolo, Cristiano Bussola e Augusta Montaruli. Si aggiunge la candidata del centro-sinistra Mercedes Bresso.

Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni, i candidati eletti nella provincia di Torino sono: del Popolo della libertà Barbara Bonino, Angelo Burzi, Fabrizio Comba, Michele Coppola, Caterina Ferrero e Claudia Porchietto; della Lega Nord Mario Carossa, Gianfranco Novaro, Antonello Angeleri; del Partito Democratico Davide Gariglio, Roberto Placido, Giovanna Pentenero, Nino Boeti, Mauro Laus, Stefano Lepri; del Movimento 5 stelle Davide Bono; dei Moderati per Bresso Michele Dell’Utri; di Rifondazione Comunista Eleonora Artesio; di Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti; dell’Italia dei Valori Andrea Buquicchio, Luigi Cursio; di Insieme per Bresso Andrea Stara; dell’Unione di Centro Alberto Goffi; dei Verdi-Verdi Maurizio Lupi; del Partito Pensionati per Cota Michele Giovine.

Gli eletti nella provincia di Cuneo risultano essere Fabrizio Biolè (Movimento 5 stelle); Mino Taricco (Pd);Tullio Ponso (Italia dei Valori); Federico Gregorio e Claudio Sacchetto (Lega Nord); Giovanni Negro (Unione di Centro); Alberto Cirio (Popolo della libertà). Nella provincia di Asti ce l’hanno fatta Angela Motta (Pd) e Rosanna Valle (Popolo della libertà). Nell’Alessandrino Ugo Cavallera (Popolo della Libertà), Riccardo Molinari (Lega NOrd), Rocco Muliere (Pd). Gli eletti nella provincia di Vercelli Luca Pedrale (Popolo della Libertà) e Gianluca Buonanno (Lega Nord). A Novara si sono affermati Mimmo La Rocca (Popolo della Libertà), Massimo Giordano (Lega Nord) e Giuliana Manica (Pd). Nel Verbano-Cusio-Ossola Valerio Cattaneo (Popolo della libertà), Michele Marinello (Lega Nord), Aldo Reschigna (Pd). Infine a Biella Lorenzo Leardi (Popolo della libertà) e Gianni Ronzani (Pd).

(via lastampa)

martedì 30 marzo 2010

Intanto

Mentre noi metabolizziamo la sconfitta in Piemonte, a Venezia, a più del 60% delle sezioni scrutinate, Brunetta sta perdendo al primo turno. Sta a vedere che, zitti zitti, i veneziani stravolgono il più certo dei pronostici.

Diecimila ragioni per una sconfitta


Come preannunciato, la sfida in Piemonte si è giocata sul filo del rasoio ed è stata partita aperta fino all'ultimo voto. In questo senso, non è che la Bresso ne esca sconfitta in maniera pesante. La sua sconfitta maggiore sta nel fatto di non aver portato quel valore aggiunto che tutti le attribuivano (e quantificavano in 1/2 punti percentuali): in realtà la zarina ha preso meno voti di quelli della sua coalizione, mentre per Cota è stato l'opposto. Anche qui parliamo di un pugno di voti, ben inteso.

Dove sono mancati questi diecimila voti che avrebbero fatto vincere la Bresso? E' quasi impossibile determinarlo. Può essere dalla provincia di Alessandria, storicamente divisa 50/50 tra cdx e csx, che ieri ha premiato Cota di qualche punto percentuale. Può essere dipeso invece dalla città di Moncalieri, la quinta città del Piemonte, ricordiamolo, notoriamente feudo rosso, in cui però ieri la Bresso ha vinto solo con un 49%, mentre dagli altri comuni della cintura è uscita una media di 55/60% di voti per il csx. O, ancora, in Torino città: la Bresso ottiene 'solo' il 55% dei voti, mentre forse ci si aspettava un due/tre punti in più.

Anche Cota non ha stravinto nelle altre province del Piemonte, il suo dato oscilla tra il 57% di Cuneo (che probabilmente ha determinato lo scarto dei diecimila voti) e il 52% di Asti. Nella sua Novara nemmeno ha sfondato: 'solo' il 54,7%. Insomma, Cota in provincia di Torino ha tenuto meglio di quanto ha tenuto la Bresso nelle province del Piemonte 2, e questo ha fatto la differenza.

A Torino città, Bresso oscilla tra il 50% del centro (bassino), e il 60% di Mirafiori Sud. La mia circoscrizione 9 si è comportata bene e le ha dato il 57% dei voti. Anche il temuto sorpasso in Barriera di Milano non c'è stato: Bresso batte Cota 55 a 40.

L'unica soddisfazione di questa tornata elettorale, al di là della tenuta di Torino città e provincia, è di aver portato in consiglio Monica Cerutti di sinistra ecologia e libertà, nonostante la povera performance del partito in Piemonte.

Sulla riconta delle schede, direi che è doveroso quando un'elezione termina al fotofinish. Non ho visto la Bresso intervenire a Porta a Porta, ma mi hanno detto che ha parlato con decoro e contegno, chiedendo sì la riconta della scheda ma ammettendo la sconfitta. Invece mi è giunta voce di un Cota estremamente arrogante (ma certo, è leghista, l'arroganza è di default), però è risultato vincitore e può permetterselo.

Ma quanto brucia.

Postmortem di un'elezione

Ha vinto il centrodestra, poche palle.
A livello nazionale strappa, seppur per un pugno di voti, Piemonte e Lazio e ora governa tutte le regioni più popolose d'Italia, scusate se è poco. A niente valgono le considerazioni di Bersani di "inversione di tendenza" (ma dove?). L'unica inversione di tendenza è la vittoria di Vendola, meritata, meritatissima nel contesto pugliese in cui tutti hanno cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Ma, anche qui, molto è dipeso dal fatto che il cdx si presentasse diviso (cosa che è successa anche in Calabria per il csx, ma che non ha influito sulla sconfitta che sarebbe arrivata comunque).

Bossi vince ma a parer mio non stravince (pur essendo lui senza dubbio il più grande vincitore di queste elezioni): prende Piemonte e Veneto, supera il PDL in Veneto, non lo supera in Lombardia e in scala nazionale cresce di un punto percentuale (+2% in Piemonte rispetto alle europee). Berlu esce da queste elezioni molto rafforzato. Casini inneggia alla vittoria, ma la realtà è che nessuno se lo caga e l'UDC esce fortemente ridimensionato da queste elezioni. Bersani perde su tutta la linea, l'unica vittoria di cui può vantarsi è quella in Liguria dove le cose sono andate come sia Bersani sia Casini volevano. Certo, Lazio e Piemonte sono state perse per poche decine di migliaia di voti, ma sono comunque andate perse.

lunedì 29 marzo 2010

domenica 28 marzo 2010

Appunti dal web


Berlusconi vince
- se conquista una regione tra Piemonte, Liguria, Lazio, Puglia
- se la Lega non sorpassa il PDL

Berlusconi perde
- se si ferma alle 4 regioni già date per vinte
- se la Lega supera il PDL

Bossi vince
- se conquista il Piemonte
- se la Lega supera il PDL anche in Lombardia
- se la Lega cresce esponenzialmente in tutte le altre regioni

Bossi perde
- se perde il Piemonte
- se la Lega non supera il PDL

Bersani vince
- se conquista Liguria, Puglia e una regione tra Piemonte e Lazio

Bersani perde
- se conquista solo le regioni rosse. Puglia e Liguria sono quasi date per certe al CSX.

Casini vince
- se conquista Puglia, Lazio, Liguria e Piemonte

Casini perde
- se vincono Cota, Bonino, Vendola e Biasotti

Ma questi appunti dal web non serviranno a nulla perché inevitabilmente tutti si dichiareranno vincitori alla fine dello spoglio.

Hanno detto

Per quanto negativo possa essere il nostro giudizio sull’insieme della politica, o sull’uno e sull’altro dei candidati, per quanto nauseabonda sia stata questa campagna elettorale, il momento in cui decidiamo di restare a casa corrisponde ad una resa. Non illudiamoci così di punire i partiti: astenersi significa chiamarsi fuori, non farsi carico del futuro del Paese, rinunciare a dare un’indicazione della direzione che vorremmo. E chi rinuncia a dire la sua non ha mai ragione. (M. Calabresi)

sabato 27 marzo 2010

And the winner is

Esprimere un voto di preferenza è un diritto e un dovere che mi fa sentire importante, perché da troppi anni a livello nazionale non abbiamo potuto farlo. E ci siamo dimenticati come si fa. Ci siamo dimenticati che, pur essendo vero che il voto di preferenza crea quella sorta di voto clientelare, esso rappresenta anche un'occasione per mandare negli organi elettivi chi scegliamo noi cittadini, dal basso, e non chi ci è imposto dall'alto.

Dal calderone della campagna elettorale degli ultimi due mesi, negli ultimi giorni ho tratto alcune conclusioni e ho portato la mia ricerca più nello specifico, esaminando con attenzione i profili dei singoli candidati per determinare quale nome avrei scritto sulla mia scheda elettorale.

Per la prima volta, sentivo che avrei potuto prendere in considerazione di votare per il Partito Democratico. In passato non era mai successo perché l'unione di DS e Margherita non permetteva di collocare il partito in maniera netta verso il centro o verso sinistra, e ciò creava un'ambiguità che a parer mio non andava premiata. Dall'elezione di Bersani a segretario, con la fuoriuscita di tutti quei cattolici integralisti ex Margheritini, il Partito a mio avviso ha virato più convintamente verso sinistra (dove la parola chiave è "convintamente").

Ho preso in considerazione anche altri partiti, considerando il fattore locale dell'elezione: Sinistra Ecologia e Libertà, che ho votato alle ultime europee; i Moderati, che nel locale hanno sempre compiuto scelte coerenti; i Radicali, che da sempre stimo e ammiro per le loro battaglie di libertà (quella vera, non quella propagandata da B.) e trasparenza.

Ma ciò che più mi premeva era considerare il profilo dei vari candidati, che ho esaminato uno per uno, per quanto mi era possibile.

Alla fine ho deciso che il mio voto di preferenza andrà a Monica Cerutti, candidata al consiglio regionale per Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola. Di lei ho già parlato qui, e in questi mesi ho seguito la sua campagna elettorale sul suo sito e sulla sua pagina facebook. E già solo per questo, per avere condotto una campagna elettorale con i mezzi del web 2.0, merita una stella di riconoscimento. Non potrei mai votare un candidato che non usasse questi mezzi che per me sono quotidiani e fondamentali per rimanere in contatto con la "base".

I temi su cui Monica è impegnata, e di cui si è occupata in questi anni in Consiglio Comunale, sono tre: le pari opportunità e il ruolo della donna, l'ambiente e le politiche sociali. Temi che per me sono fondamentali. Il fatto poi che abbia esperienza di amministrazione comunale di Torino garantisce la rappresentanza del mio territorio in consiglio regionale.

Infine, una nota di stile, la straordinaria iniziativa "giro in bicicletta dei Toret" per salvaguardare l'acqua pubblica non può non meritare la mia preferenza.

Effetto domino

Alla fine di questa ingloriosa campagna elettorale

1) l'Italia è diventata una dittatura stile sudamericano, dove per solo e unico volere del primo ministro è stata corrotta la direzione di un organismo indipendente come l'agcom

2) sono stati così aboliti i confronti diretti tra candidati (per eliminare progressivamente dagli schermi l'opposizione) ma non le interviste singole, così il primo ministro si è ritrovato a fare un monologo di 10 minuti su tutti i telegiornali nazionali (quelli di sua proprietà e quegli altri, ormai divenuti anch'essi di sua proprietà amministrati da suoi lacchè)

3) beffandosi delle multe al tg5 (irrisoria per un miliardario) e al tg1 (tanto la paghiamo noi contribuenti), il premier si è ritrovato su tutte le televisioni quasi a reti unificate

4) programmi di satira scomodi al potere centrale sono stati cancellati e sono stati costretti a ricorrere allo streaming su web per poter parlare al paese, o, meglio, a quel 2% del paese che è a conoscenza di ciò che sta accadendo, mentre gli altri 98% accendono ignari la televisione imbottendosi di un po' di grande fratello, amici di maria, domenica trash, pomeriggio cinque e altri programmi che al primo ministro non nuociono

Butta la tua TV

Io faccio parte di quello 0,01% di italiani che la tv non la guarda, non la ho nemmeno. Ma ieri mentre ero in palestra e correvo sul tapis roulant, la tv della sala era sintonizzata sul tg5 e mi sono sorbito dieci minuti (no, dico DIECI) con la faccia di Berlu che presentava il volumetto del governo del fare, con il simbolo del suo partito ben visibile dietro la scrivania.

Per fortuna non avevo l'audio.

venerdì 26 marzo 2010

Donne in guerra

Un post light per concludere la mattinata.
Ingrandite l'immagine cliccandoci sopra.
[Traduzione: il nemico ha la stessa nostra divisa! Allarme! Correre a casa a cambiarsi! Oraaaa!!]

Eredità (pesante)

Da Italia Oggi di oggi (appunto)

CENSURA


Ieri sera sono andato ai Magazzini Bresso a vedere Raiperunanotte. Tempo un'ora e mi sono depresso. Mi sono depresso a pensare a che punto era ridotta l'Italia, a dover trasmettere su internet una trasmissione censurata dalla TV, solo perché un omuncolo ha deciso che gli dava fastidio. E non ditemi che questa è democrazia.

giovedì 25 marzo 2010

26 marzo: leggere, leggere, leggere (altrimenti detto "regala un libro a uno sconosciuto")


(www.digi.to.it)

«Sono un po’ emozionato nello scrivere questo articolo - esordisce Alberto Schiariti, 21enne di Empoli, dalle pagine del suo blog PensoScrivo - Quella che vi sto per proporre è un’iniziativa che mi affascina tantissimo…». Nata come molte altre, sul web, si è diffusa in due mesi esatti, di clic in clic, su e giù per lo stivale, e oltre. Ad oggi più di 240.000 utenti hanno aderito al gruppo di Facebook dedicato all’iniziativa "Leggere, leggere, leggere". Domani, 26 marzo, è il grande giorno: da Milano a Firenze, da Torino a Roma, in grandi e piccoli centri urbani, ovunque ci sia un lettore disposto a farlo, si regaleranno libri a persone mai viste prima.
Per Digi.TO raccogliamo le parole dell’ideatore di questa iniziativa.

Alberto, come nasce “Leggere, leggere, leggere”?
«Tra la scuola e il lavoro, è ormai quasi 10 anni che faccio il pendolare. Un aspetto che mi inquieta molto è la surreale lontananza di persone fisicamente vicine. Ci sono pendolari come me che vedo ormai da tempi infiniti, a cui tuttavia non ho mai rivolto parola e viceversa. Un giorno mi sono chiesto come rompere questa barriera invisibile. Questa la mia risposta: donare un libro ad un perfetto sconosciuto, sovvertendo le regole del gioco dell’estraniamento routinario. Oltre ad incentivare la lettura, ovviamente».

Oltre 240.000 utenti, endemicamente, hanno aderito all’iniziativa. Credi che "fatto il primo passo, il secondo verrà da sé?" come scrivi sul tuo blog? Ovvero, gli utenti regaleranno?
«Oggi siamo a più di 240.000 persone iscritte ed è un bel numero, ma stimo che a regalare i libri sarà poi una piccola parte. Se però anche solo il 10% partecipasse, 24.000 persone non sarebbero comunque poche. Una lettrice mi chiedeva perché farlo tutti assieme, perché lo stesso giorno. Credo che saltare da soli sia innocuo, ma farlo insieme a milioni di persone possa far tremare la terra. Mi piacerebbe che ognuno dei lettori fosse un “portatore sano di inchiostro”. E se penso al 26 marzo lo immagino così: una gigantesca rete di donatori, ovunque. Sull’autobus, in piazza a fermare una ragazza o a sorprendere un passante sul marciapiede…»

Dal primo post, al gruppo su Facebook, l’iniziativa ha generato a macchia di leopardo eventi collaterali, tra cui i diversi flash mob e aperitivi a tema.
«Ho usato svariati mezzi per far conoscere l’evento e un po’ di tempo fa mi è stato proposto da alcuni partecipanti di usare anche il flash mob. Mi sono convinto che potesse essere un mezzo molto carino per destare curiosità in vista dell’evento e ne sono stati organizzati circa 10 in tutta Italia. Io ho partecipato a quello a Firenze, il 13 marzo. Anche qui, l’iniziativa è stata molto semplice: al segnale i lettori si sono immobilizzati nell’atto della lettura, mentre qualcuno spiegava ai passanti il perché di questo freeze. Al nuovo segnale, i partecipanti si "svegliavano" dal blocco».

Puoi spiegarci cosa succederà il 26 marzo?
«Ognuno dei lettori coinvolti avrà in mano un libro, una storia che considera bella, i personaggi che ha amato e lo hanno commosso. Prenderà questo libro e lo regalerà ad una persona cui non ha mai parlato. Uno di quelli che incontra tutti i giorni. Lo guarderà negli occhi e sorriderà».

Il tempo dei saluti, il libro da regalare ancora da scegliere e un’ultima curiosità per Alberto.
Perché proprio il 26 marzo?
«E’ una data un po’ speciale, perché il giorno successivo è il mio compleanno. Spero proprio di svegliarmi il 27 con una bella sensazione...»

A Torino per Leggere, leggere, leggere sono stati organizzati due Flash mob, il 13 marzo e il 20 marzo (sono disponibili le foto nella gallery di Piazza San Carlo di Digi.TO). Inoltre, è previsto il 26 marzo un aperitivo al Fluido, a partire dalle ore 20.00, mentre durante tutta la giornata sarà possibile donare un libro all’associazione La Jungla presso i vari punti di bookcrossing disponibili in città:
Libreria Massena - via Massena 28
Caffé del Progresso - C.so San Maurizio 69/b
Caffé Roberto - Via Po 5
Convitto Café Bistrot Torteria - Via S. Francesco da Paola 8/d
Fratelli Marx Pub - C.so Regina Margherita 97
King Kong Microplex - Via Po 21
Bar Nirvana - C.so Casale 210

Siete tra i 240.000 utenti che parteciperanno a "Leggere, leggere, leggere"? Se sì, quale libro avete deciso di regalare?

Elezioni regionali 2010, Torino: come, dove e quando si vota (e perché)

QUANDO SI VOTA

Domenica 28, dalle 8 alle 22, e lunedì 29 marzo 2010, dalle 7 alle 15, nella regione Piemonte si voterà per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e l'elezione del Consiglio regionale.

Si ricorda che per votare è necessario esibire al presidente di seggio elettorale un documento di riconoscimento e la tessera elettorale personale.
In caso di smarrimento della tessera elettorale, è possibile richiederne un duplicato presso l'Ufficio Elettorale di c.so Valdocco 20 o gli uffici di anagrafe decentrata.

Il Consiglio regionale del Piemonte è costituito da 60 seggi.
Il sistema elettorale per la elezione del Presidente e del Consiglio regionale della regione Piemonte è disciplinata dalla legge 23 febbraio 1995, n. 43, secondo la quale quattro quinti dei consiglieri assegnati alla regione (48) sono eletti sulla base di liste provinciali con sistema proporzionale, mentre il rimanente quinto (12) viene eletto con sistema maggioritario sulla base di liste regionali.

Inoltre, la legge costituzionale 22 novembre 1999, n. 1, ha introdotto l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, che prevede la proclamazione a tale carica del candidato capolista della lista regionale che ha conseguito il maggior numero di voti validi.


LA SCHEDA ELETTORALE

La scheda di votazione è una sola. Pertanto, l’elettore con una sola scheda vota sia per la elezione del Presidente della Giunta regionale sia per la elezione del Consiglio regionale.
La scheda è di colore: verde (tonalità: pantone green-U). Disponibile il fac-simile in formato .pdf.

Sulla scheda di votazione sono collocati:

  • alla sinistra, i simboli delle liste provinciali;
  • alla destra, i simboli delle liste regionali con i nominativi dei candidati presidenti della regione;
  • accanto al simbolo di ogni lista provinciale è presente una riga per l’espressione del voto di preferenza in favore di un candidato alla carica di consigliere appartenente alla lista provinciale votata.
    L’elettore può esprimere un SOLO voto di preferenza.

Una o più liste provinciali devono essere collegate con una lista regionale.

il capolista della lista regionale è candidato alla carica di presidente della giunta regionale.


COME SI VOTA

Per le elezioni regionali le modalità di espressione del voto sono stabilite dall’articolo 2 della legge 43/1995 e dall’articolo 13 della legge 108/1968.
Ai sensi della normativa citata l’elettore può esprimere un voto di lista in uno dei seguenti modi.

a) voto per una lista provinciale ed una lista regionale collegata alla lista provinciale votata

Tracciando un segno nel rettangolo che contiene il contrassegno di una lista provinciale.

Caso di voto per una lista provinciale e una lista regionale  collegata

Il voto deve essere attribuito:
- alla lista provinciale 2
- alla lista regionale A

b) voto per una lista provinciale ed una lista regionale NON collegata alla lista provinciale votata (ipotesi di voto disgiunto)

Tracciando due segni: uno nel rettangolo che contiene il contrassegno di una delle liste provinciali e l’altro sul simbolo di una lista regionale (o sul nome del suo capolista, cioè del candidato presidente della giunta regionale) NON collegata alla lista provinciale votata.

Caso di voto per una lista provinciale ed una lista regionale non  collegata

Il voto deve essere attribuito:
- alla lista provinciale 16
- alla lista regionale A

c) votare solo per una lista regionale

Tracciando un segno sul contrassegno di una delle liste regionali o sul nome del suo capolista, senza segnare, nel contempo, alcun contrassegno di lista provinciale.

Caso di voto solo per una lista regionale

Il voto deve essere attribuito:
- alla lista regionale D

d) In ogni caso, l’elettore può esprimere un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere compreso nella lista provinciale

Scrivendo (in modo chiaro) il cognome nell’apposita riga tracciata alla destra del contrassegno della lista provinciale votata.

La preferenza deve essere manifestata, esclusivamente, per un candidato compreso nella lista provinciale votata.

Caso di voto di preferenza

Il voto deve essere attribuito:
- alla lista provinciale 3,
- alla lista regionale A,
- al candidato Rossi della lista provinciale 3.

(via Comune di Torino)

PERCHE' SI VOTA

Votare è un diritto e un dovere di ogni cittadino, ed è l'unico modo che noi insignificanti popolani abbiamo per manifestare la nostra volontà. Il fatto che i candidati siano tutti la stessa mierda non giustifica in nessun modo l'astensione: non ci si può astenere dal manifestare la propria volontà e poi lamentarsi in maniera distruttiva dello stato di marciume in cui è finito il nostro Stato (in questo caso, la nostra Regione). Si voti per il male minore, si voti scheda bianca, ci si turi il naso e si voti per il meno peggio... l'importante è che si voti.

(quest'ultimo appello al voto è mio)

So che arrivo una settimana in ritardo

...ma volevo postare questa foto S T U P E N D A.


Altre foto dell'evento, le trovate qui.

mercoledì 24 marzo 2010

Uno schifo di Presidente del Consiglio

Se non siete ancora disgustati dalla bassezza politica, morale e umana di Berlusconi, disgustatevi.
L'ennesima battuta carica di disprezzo per le donne: bersaglio di oggi, Mercedes Bresso.

Earth Hour, Mole e Superga spente

Sabato alle 20.30 la Mole Antonelliana e la Basilica di Superga spegneranno le loro luci per un'ora. E' questo il contributo torinese all'iniziativa promossa dal WWF per sensibilizzare il mondo al risparmio energetico. Torino non sarà la sola: saranno ben 110 le città del Mondo a spegnere le luci ai propri monumenti più celebri per un'ora.

Per la prima volta spegneranno le luci il Madagascar, il Kosovo, il Nepal, l'Arabia Saudita, il Qatar, la Mongolia, la Cambogia, la Repubblica Ceca, la Giordania, il Paraguay, l'Ecuador e la Mauritania. Ciò a voler dimostrare che tutto il mondo, anche i paesi in via di sviluppo, chiede con forza un'azione concreta ed efficace per il clima e la riduzione di CO2.

Se a sinistra già si parla del dopo Chiamparino...

A destra già si ragiona su Enzo Ghigo candidato a sindaco di Torino.

lunedì 22 marzo 2010

Chiamparino: con la Lega Piemonte vassallo

Sarà la sferzata d’energia frutto della domenicale corsetta mattutina sulle rive del Po. Sarà l’esito del giro propagandistico compiuto nella provincia piemontese. Certo, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, all’inizio dell’ultima settimana di campagna elettorale per le Regionali, sembra moderatamente ottimista sul risultato della sfida Bresso-Cota. Né troppo impressionato dalla manifestazione romana di sabato scorso.

Eppure, l’accoppiata tra Berlusconi e Bossi, su quel palco in piazza san Giovanni, pareva rinsaldare un’alleanza di ferro nella maggioranza di governo, basata su una netta spartizione del territorio: al nord, il predominio della Lega, al centro-sud, quello del Pdl. Come sindaco di centrosinistra in una città del nord, la prospettiva non la preoccupa?
«A me, Berlusconi è sembrato un leader solo, che cerca di ripetere il consueto copione, con un Bossi sicuramente azionista di riferimento forte della coalizione. Ma pure un azionista che, piuttosto rudemente, fa capire che non deve nulla all’amministratore delegato e, quindi, che, da un momento all’altro, potrebbe anche cambiare strada o essere più autonomo. Dal punto di vista politico, questo atteggiamento rivela una maggioranza fragile, perché Fini non c’è e la Lega, che è l’ultimo partito leninista, ha già dimostrato di avere molta spregiudicatezza nel giocare la sua partita».

C’è, però, quell’immagine di giuramento comune dei candidati governatori che sembra contraddire questa sua impressione.
«Questa è un’altra immagine choccante, ma che non mi stupisce: dovremmo costruire il federalismo e, quindi, i candidati governatori dovrebbero, semmai, giurare ognuno a casa propria. Mentre vanno a giurare nelle mani dell’imperatore. Più che governatori, questi, mi sembrano dei valvassori. D’altra parte, non mi sorprendo. Siamo l’unico Paese d’Europa in cui i Comuni non hanno nessuna autonomia fiscale. Non solo, l’unico Paese in cui il governo fa cadere dall’alto, con discrezionalità politica, i sostegni alle realtà locali. Come l’elargizione di 80 milioni all’Acea di Roma per compensare le multe inflitte per aiuti di Stato. Cosa che non è avvenuta per le altre utility e per i loro azionisti pubblici».

La Lega, però, ha un radicamento sul territorio molto forte, che ricorda quello del vecchio pci. Non vi sentite, voi della sinistra, battuti su quello che era il vostro campo preferito?
«Che la Lega lavori bene sul territorio, è vero. Che noi dovremmo tornare ad essere ancor più radicati, è altrettanto vero. Ma il primo passaggio è proprio quello di vincere le elezioni, laddove, come in Piemonte, abbiamo governato bene. Come, tra l’altro, lo dimostra proprio la vostra inchiesta sulla Stampa di ieri. Ma la Lega, se davvero vogliamo analizzare la sua presenza sul territorio, ha il vero insediamento profondo nell’asse lombardo-veneto, tra Verona e Milano. Questo mi preoccupa, perché quando Bossi dice “la Tav non vi serve, perché l’importante è che voi arriviate velocemente in Lombardia” dà l’idea di un vassallaggio del Piemonte verso quell’area».

Scusi, ma non è proprio lei a essere favorevole al progetto Mi-To? Non c’è una contraddizione in questo suo timore di sudditanza piemontese alla Lombardia?
«No. Io rivendico l’idea che con quell’area si possano fare progetti comuni, ma vanno fatti con la schiena dritta e, quindi, condizione necessaria è non essere, obiettivamente, anche al di là della volontà dei singoli, tributari di un radicamento politico, sociale ed economico che ha, lì, la sua forza. Senza offendere nessuno, ma il peso politico di un Maroni, di un Calderoli, di un Castelli, per non parlare di Bossi, è diverso da quello di Cota o di Borghezio. Il rischio, perciò, che una vittoria di Cota porti a una “lombardizzazione” del Piemonte è molto forte».

Ultima domanda su un argomento diverso: per la candidatura del centrosinistra a prossimo sindaco di Torino, è meglio puntare su un uomo di partito o su un esponente della società civile?
«Sono d’accordo con Castellani: io sono disposto a fare la mia parte, a stare al tavolo, anche non a capotavola come dice lui, dove un gruppo di persone rappresentative, non solo formalmente, di quella coalizione che in questi 15 anni ha governato Torino, e credo bene, ragioni sulla condizione della città. Solo dopo aver individuato il progetto sul futuro di Torino, si può pensare alla persona, o alle persone, più adatte a realizzarlo. A quel punto, saranno le primarie a confrontare questa figura, o questa rosa di figure, con altre, magari presentate da diversi raggruppamenti o diverse forze politiche. Ma non voglio eludere la sua domanda: proprio questi ultimi 15 anni di governo hanno avuto anche il risultato di amalgamare la distinzione tra rappresentanti di partito e rappresentanti della società civile. E’ stato un amalgama ben riuscito a Torino, come dimostra proprio la staffetta, in piena continuità, tra Castellani e me».

(via LaStampa)

giovedì 18 marzo 2010

Francesismi

Cota che dà della "francese" alla Bresso come se questo fosse un insulto è una dimostrazione lampante che il leghista non sa nulla della mentalità dei cittadini torinesi. Da noi "francese" è un complimento.

Tappa del Piemonte & affluenza dei tifosi

Un'interessante analisi che tiene conto anche dell'affluenza dei tifosi sugli spalti il 28 e il 29 marzo. A quanto pare la mancanza di tifoseria favorirebbe Cancellara. Chissà.

TAPPA DEL PIEMONTE

Prestazione di Squadra
(var. rispetto al precedente corsa)
(*Collaborano solo in alcune parti della corsa)

TEAM CAVENDISH: 48,5 sec (+0,5 sec)
-
BOONEN: 26,0 sec (INV)
-
FLECHA: 18,5 sec (+0,5 sec)
-
DEVOLDER: 1,0 sec (INV)
-
Altri Gregari*: 3,0 sec (INV)


TEAM CANCELLARA: 47,5 sec (INV)
-
POZZATO: 23,5 sec (-0,5 sec)
-
GILBERT: 7,0 sec (+0,5 sec)

- EVANS: 4,5 sec (INV)
-
FRANK SCHLECK: 2,5 sec (INV)
-
ANDY SCHLECK: 2,0 sec (INV)
-
HAUSSLER: 1,5 sec (INV)
-
VERDI: 1,5 sec (INV)
- Altri Gregari*: 5,0 sec (INV)

TEAM HOSTE : 1,5 sec (INV)
TEAM REBELLIN: 2,5 sec (-0,5 sec)

Prestazione Singola
Cavendish: 48,0 sec (+0,5 sec)
Cancellara: 48,0 sec (INV)
Hoste: 2,0 sec (INV)
Rebellin: 2,0 sec (-0,5 sec)
Il Commento: Cancellara agganciato nuovamente da Cavendish, si torna in parità assolutà. Cavendish continua a disporre di maggiori spazi di miglioramento, in quanto nella fascia di incertezza c'è maggiore presenza di tifosi moderati. Nelle squadre Rebellin cede qualcosa per la defezione di uno dei gregari. Flecha cresce oltre i 18 sec., Cancellara in ripresa, ma la presenza di ben 12 ciclisti in squadra limita la prestazione singola. Basso Evans, che cede secondi ai numerosi colleghi gregari; anche Pozzato ha lo stesso problema e resta 2 sec. sotto Boonen. TOSS-UP
Presenza Tifosi: Stimata al 69% (contro il 71% dell'analoga tappa di 5 anni fa). Per ogni punto in più di presenza tifosi: Cavendish guadagna 0,2 sec (in particolare Boonen) e Cancellara ne perde 0,2 sec (specie Pozzato e Gilbert). Per ogni punto in meno, ragionamento invertito.
Presenza 65%: Cavendish 47,0 sec Cancellara: 49,0 sec
Presenza 67%: Cavendish 47,5 sec Cancellara: 48,5 sec
Presenza 69%: Cavendish 48,0 sec Cancellara: 48,0 sec
Presenza 71%: Cavendish 48,5 sec Cancellara: 47,5 sec
Presenza 73%: Cavendish 49,0 sec Cancellara: 47,0 sec

Duello Bresso-Cota: un altro flop


Insomma, i dibattiti politici che vedono contrapposti Mercedes Bresso e Roberto Cota non sembrano fare contenti i giornalisti. Leggo ora qui (e qui) che, nella versione live di Ballarò con Floris al circolo della Stampa, si è parlato di temi nazionali più che di quelli regionali, e che i due candidati hanno presto preferito limitarsi a scambiare offese reciproche. Meno male che fra poco si vota.

Genova non se la passa benissimo (la Vincenzi e il PD neppure)


Dall'articolo di Emanuele Boffi su Tempi, intitolato La strada in salita della Superba emerge il ritratto di una Genova ferma, disillusa, isolata, in bilico tra la voglia di rischiare e lo scetticismo verso i cambiamenti. Una Genova che non parla bene nemmeno del proprio primo cittadino, Marta Vincenzi:

Di lei non si parla molto bene in città [...] Poiché metà della popolazione ligure vive a Genova, il risultato della città influirà molto sull'esito del prossimo duello regionale tra Claudio Burlando e Sandro Biasotti. Il primo è in leggero vantaggio e si dice sia molto preoccupato del "fattore Vincenzi". E' per questo che a lui sono fatte risalire le voci di una rimozione del primo cittadino nel caso il 29 marzo il centrosinistra prevalesse sul Pdl. [...] Lo conferma Piana: "il sindaco o non fa o, quel che fa, ha solo un risvolto mediatico. Si presenta come la paladina dei "nuovi diritti": il gay pride, la moschea, il testamento biologico in comune. Fuffa."

mercoledì 17 marzo 2010

Verbania e il sogno della provincia autonoma


Vi segnalo questo interessante articolo di Ettore Boffano per Repubblica. Un viaggio nella provincia più a Nord del Piemonte, per conoscere meglio quei 160.000 cittadini che Torino la sentono lontana, che si devono confrontare tutti i giorni con la Svizzera, e che vedono i 5 anni di Mercedes Bresso come "deludenti e basta". Per capire l'evoluzione dell'inclinazione politica del territorio e le sue motivazioni.

Passerella olimpica

Meraviglioso scatto di oggi preso da Torino Daily Photo.

Il Museo della Magia a Torino

E dove se no?
Bellissima trovata.

martedì 16 marzo 2010

Mappa del voto francese: Parigi


In un impeto di nostalgia per il passato, ho aperto questa analisi. Vedo che la roccaforte socialista del XIX arrondissement non delude ancora.

lunedì 15 marzo 2010

Ci andiamo?

La Città di Torino, dopo la positiva esperienza della “Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti”, intende continuare a promuovere campagne di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.

A questo proposito, l’Assessorato all’Ambiente ha programmato una serie di giornate di informazione (dal 20 al 25 marzo prossimi) dedicate agli argomenti che più interessano i cittadini e che riguardano la sostenibilità ambientale. L’iniziativa, denominata “Passaparola – 5 giorni per parlare di Ambiente”, si svolgerà presso lo sportello del “ProgetTO energia” di via Milano 2 e sarà anche l’occasione per distribuire alla cittadinanza borse riutilizzabili in tessuto, al fine di rafforzare il concetto dell’importanza di ridurre i rifiuti alla fonte.
Le borse saranno realizzate dalle detenute della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, grazie ad un protocollo di intesa tra la Direzione dell’Istituto e la Cooperativa Papili Factory, che opera all’interno del carcere.

Per tutto il periodo, presso lo spazio “Azimut” di piazza Palazzo di Città 8, grazie anche alla collaborazione dei volontari di “Giovani per Torino”, sarà allestita una mostra del Centro di riciclaggio creativo Remida, che fa capo all’Istituzione Torinese per un’Educazione Responsabile (ITER) e promuove la formazione di educatori ed insegnanti nell’ambito del riciclo creativo nelle scuole. Sarà attivo, inoltre, un laboratorio di riciclo gestito dalla Cooperativa Papili Factory.

Per maggiori informazioni, cliccate qui.

sabato 13 marzo 2010

Un motivo in più per diventare vegetariani

Quali cibi fanno meglio al pianeta? Si può cercare una risposta classificandoli in base all’energia necessaria per produrli, e mettendo quest’ultima in rapporto con l’energia che i cibi restituiscono all’organismo sotto forma di calorie: calcolando cioè la loro efficienza energetica.

L’ha fatto il blog True Cost. Passo subito al succo, cioè alla prima tabella. Anticipo solo che l’alimentazione vegana (quella senza prodotti animali) richiede un uso di energia inferiore del 90% rispetto alla media.

food-energy

La tabella è in inglese, ma mi pare chiarissima. Il cibo che richiede il minor consumo di energia, fra quelli presi in esame, è il mais: 0,43 kw/h bastano per produrne una libbra, cioè circa 450 grammi. A seguire vengono latte, mele, uova, carne di pollo, formaggio, carne di maiale e carne bovina.

Adesso la tabella con l’efficienza energetica dei cibi, cioè il rapporto fra calorie alimentari ed energia usata per la produzione

energy-efficiency

Vince ancora il mais, con un’efficienza energetica pari al 102%. A seguire troviamo latte, formaggio, uova, mele e la carne di pollo, di maiale e bovina, la cui efficienza energetica è pari appena al 4,3%.

Significa che per produrre una caloria di manzo ci vuole circa 25 volte più energia che per produrre una caloria di mais.

Ma misurare l’efficienza energetica dei cibi non è l’unico modo per calcolarne l’impatto ambientale. Bisognerebbe ad esempio tener conto del contributo dato dall’allevamento del bestiame all’effetto serra anche per via del metano prodotto dai ruminanti, o della quantità di acqua necessaria per produrre i cibi.

Anche da questo punto di vista, tuttavia, l’alimentazione senza carne risulta più leggera per il pianeta. Per produrre una fetta di pane bastano 40 litri d’acqua. Per un chilo di carne bovina ce ne vogliono 16.000.

Su True Cost la classifica dei cibi in base all’energia necessaria per produrli e all’efficienza energetica

(via l'imperdibile blogeko)

Salame vegetale

Altra goduriosa sorpresa in quel di Bottega e Natura (via Colombo 33), dove avevo già fatto quest'altra succulenta scoperta.

Monica vs Monica (Cerutti)

Parliamo dell'intervista doppia stile Iene adottata dal consigliere comunale Monica Cerutti, ora candidata ad un posto nel consiglio regionale per Sinistra ecologia e libertà. Una politica che ho seguito nel corso di questi anni di attività e che ho sempre apprezzato per il suo impegno sulle pari opportunità, in special modo per il mondo femminile.


Una bella idea in teoria, molto originale come strumento per veicolare una parte delle proprie idee e posizioni in campagna elettorale.

In tutta franchezza però, non credo sia molto riuscito. Innanzitutto non si riesce a capire perché le Moniche siano due, che differenza c'è tra una e l'altra? Una parla da consigliere comunale, l'altra da aspirante consigliere regionale?

In secondo luogo, il dinamismo delle interviste originali delle Iene si è perso. Nonostante le immagini e i suoni ad effetto che ricalcano l'originale, l'intervista in questo caso è molto statica, il ritmo è lento, molte delle risposte suonano come frasi fatte e imparate a memoria. Insomma, roba che dopo due minuti chiudi il video e passi a quello dopo.

Io avrei inserito un altro candidato, magari di un partito diverso ma della stessa coalizione, in modo che si possano percepire le (sottili, ma non sempre) differenze di vedute. Poi avrei alternato domande su temi politici a interrogativi che esulano dal contesto elettorale, come all'inizio del video con la domanda sul film preferito. Come vai al lavoro la mattina? La ricetta che ti riesce sempre? Qual è stato il tuo primo impiego? Cosa ne pensi dell'ultimo Festival di Sanremo? L'ultimo viaggio che hai fatto? Non si deve per forza scadere nel sessuale come alle Iene, però si può cercare di fare qualche domanda più easy per alleggerire quelli che sono i messaggi principali che si vogliono far passare agli elettori.

E' un esperimento originale comunque da apprezzare e valorizzare. Per questo spero che questo mio post serva a diffondere il video a persone che, magari, Monica Cerutti neanche sanno chi sia. Ha pure un bel sito aggiornato, mica fragoline di bosco.

La plastica uccide

Torino è 2.0

Turismo e nuove tecnologie. Occasione ghiotta quando si parla di "integrazioni" di questo tipo. Ha fornito lo spunto la presentazione, al Teatro Carignano, del nuovo portale di TurismoTorino che, da ieri, si unisce alla nuova tecnologia Microsoft Tag grazie a cui la nostra città diventa la prima "taggata a colori" al mondo.

Cosa vuol dire? Significa utilizzare il tag mobile, una tecnologia innovativa che trasforma le azioni quotidiane del mondo reale in collegamenti in diretta on-line con informazioni ed intrattenimento. Non è una novità il bianco e nero, lo è il colore, la personalizzazione a livello grafico, l'abbinamento al mondo del turismo.

Come si fa? Bisogna avere un cellullare che si connetta ad internet, scaricare gratuitamente l'applicazione da http://gettag.mobi e poi cercare, curiosare.

Guardate il video:



In sostanza, girovagando tra le mete turistiche della città già taggate, ci capiterà di essere attirati dalle piastrelle colorate che abbiamo visto nel video. Soffermandoci a guardarle, saremo attratti da un oggetto grafico, un simbolo personalizzato a colori, un tag, appunto.

Con un semplice scatto, saremo trasportati dalla vita reale al mondo virtuale del web di Turismo Torino e Provincia con l'apertura di una pagina dedicata al tag fotografato. In una seconda fase, il tag potrà nascondere altre informazioni in formato testuale, video o MP3, viste in formato VRML3D o accessi ad aree riservate.

(via Torino2.0)

venerdì 12 marzo 2010

Una metropolitana international

Turin goes underground for congestion relief
Four years after opening for the 2006 Winter Olympics, Turin's metro is proving to be a hit with commuters in one of Europe's most congested cities. Kevin Smith visits the Italian city to see Turin Transport Group's plans for the metro and discovers what has made the network such a success.

Parlano della metropolitana di Torino qui, in inglese persino. E la recensione è ottima.

Circolo vizioso

Non sono d'accordo con la decisione della Cassazione di far prevalere la tutela delle frontiere sulla tutela del diritto allo studio dei bambini (oddio, non che l'abbiano deciso loro, però...).

In particolare poi sono allibito dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della destra, che plaudono alla decisione, come il sindaco di Novara, Massimo Giordano -neanche bisogno di dirlo- leghista (e vicinissimo a Cota, ma dai):

"Se un uomo non può mandare suo figlio a scuola, non può avere le cure sanitarie gratis, e sottolineo gratis, per la famiglia, non ha ogni giorno la pagnotta garantita dalla Caritas finisce per tornarsene a casa sua".

Scusa?

I leghisti credono, non so se più da ingenui o da crudeli egoisti, che portando ai limiti dell'estremo le condizioni di vita degli immigrati, questi finiranno per tornare volontariamente nei loro paesi. Ma la realtà, cari Giordano, cari Cota, cari leghisti intolleranti, è che tutte queste misure continuano solamente a spingerli verso l'illegalità più profonda, costringendoli a vivere da fantasmi e aumentando la criminalità.

Criminalità di cui si nutre la Lega per aumentare il consenso popolare.
Fine del ragionamento.

mercoledì 10 marzo 2010

Chi è la più trash del reame?

Come ho più volte detto, gli autori e i presentatori televisivi di oggi hanno ENORMI responsabilità. Basta chiamare un certo tipo di ospite per indirizzare l'intera discussione verso una strada precisa. A Pomeriggio 5 Barbara d'Urso & Co lo sanno benissimo.
Da mesi, quando c'è da parlare di omosessualità, portano in studio personaggi come la Santanchè o la Mussolini, finendo per buttarla quasi sempre in caciara, con messaggi devastanti che regolarmente arrivano nelle case degli italiani.
Oggi, nel salotto trash e abominevole della d'Urso nazionale, si parlava di omogenitorialità. Praticamente come se due maiali immersi in un quintale di merda parlassero di Lindor.
Ospiti in studio due donne omosessuali che hanno avuto 3 gemelli con fecondazione assistita fatta in Spagna.
E chi chiamerai per parlare in un CERTO MODO di omogenitorialità?
Ovviamente lui, Alessandro Meluzzi, psichiatra di 55 anni, volto noto della tv nostrana, prima comunista, poi radicale, poi socialista, poi eletto nel 1994 alla Camera dei Deputati con Forza Italia, poi passato all'Udr, poi all'Udeur, poi ai Verdi del 2° Governo Prodi, ed infine fondatore del movimento Cristiano Democratici Europei - Liberaldemocratici.
Quando si dice un uomo di SANI ed irreversibili principi politici.
Ebbene, oggi in studio, Meluzzi ha ovviamente detto la sua sui figli cresciuti da genitori omosessuali, sostenendo come la famiglia sia sempre e solo esistita in modo tradizionale, uomo donna, sottolineando come in trenta anni di attività ho conosciuto MIGLIAIA di bambini DEVASTATI da scarsa identificazione di genere.
A sostenere la sua tesi un'altra giornalista, con le due mamme gay semplicemente BOMBARDATE di paroloni, incapaci spesso di rispondere a tono e decisamente poco aiutate da (udite udite) Rocco Casalino, in studio per confermare la sua voglia di paternità, con un'amica pronta a 'regalargli' l'utero, partorendo così per lui il tanto desiderato figlio.
In poche parole froci MALATI, EGOISTI e genitori MALEDETTI, oltre che portatori sani del virus che ANNIENTA la SACRA Famiglia tradizionale.
Tutto questo su CANALE 5, in piena fascia protetta.
W l'Italia e grazie infinite alla d'Urso, come sempre circondata da ballerini ricchioni ma sempre pronta e felice nel raccontarci come autentici freak.

(via spetteguless)

Anche Gpg segnala il recupero di Mercedes Bresso

Anche Gpg, che era rimasta una delle poche a dare Cota in vantaggio, segnala il recupero della Bresso nei confronti di Cota. In realtà, secondo Gpg, responsabile del declino di Cota non è tanto la Bresso (anch'essa in discesa), ma la presenza delle liste ingrannatrici di Rabellino, capace di arrivare ad un notevole 3,5% e poco lontano dal suo obiettivo del 5% che gli permetterebbe di avere una posizione in Consiglio Regionale.
Qui di seguito la rilevazione bellamente copia/incollata.

ELEZIONI REGIONALI 2010, PIEMONTE, 6 marzo 2010


Voto di Lista
(var. rispetto al 23 febbraio 2010)
(* Liste presenti solo in alcune province)

CENTRO DESTRA: 48,0% (-1,5%)
-
POPOLO DELLA LIBERTA': 26,0% (-1,0%)
-
LEGA NORD: 18,0% (-1,0%)
-
LA DESTRA: 1,0% (-0,5%)
-
Altri CDX (Centro Scanderebech, Pens., NDC, NPSI, Verdi-V., Consum.)*: 3,0% (+1,0%)

CENTRO SINISTRA + UDC: 46,5% (-1,0%)
-
PARTITO DEMOCRATICO: 24,5% (-1,0%)
-
ITALIA DEI VALORI: 6,5% (-0,5%)- Lista UNIONE DI CENTRO: 4,5% (INV)
-
FEDERAZ. DELLA SINISTRA (RC, PDCI): 2,5% (INV)
-
INSIEME PER BRESSO: 1,5% (-0,5%)
-
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA': 2,0% (INV)
-
RADICALI: 1,5% (INV)
-
VERDI: 1,0% (-0,5%)
- Altri CSX (moderati, pensionati, socialisti, Piemonte si)*: 2,5% (+1,5%)

LISTE RABELLINO: 3,5% (+2,0%)
-
Liste Principali (Lega Padana P., Lista Grillo, Lista Cota, FT)*: 2,5% (+1,0%)
-
Altre liste (No Tav, Alleanza Torino, Forza Nuova, Lista Granata, la Lista dei Giovani, il Centro, Forza Toro) *: 1,0% (+1,0%)

MOV. 5 STELLE : 2,0% (+0,5%)

Commento Partiti: In tale assetto RABELLINO grazie alle numerose liste a suo supporto, riuscira’ ad avere piu’ del 4%, sottratto al 70% dal CDX. La Lega viene penalizzata dale listarelle di disturbo. Il CDX resta sopra dell’ 1,5% sul CSX. Basso l’ UDC, che cede consensi alle numerose liste di disturbo. Il PD risente anch’esso dell’infinita’ di listarelle contigue, e resta 1-2 punti sotto il PDL. Va bene il MOV. 5 STELLE.

Candidati Presidente:
Cota (CDX) 47,5% (-1,5%)
Bresso (CSX+UDC): 47,5% (-0,5%)
Rabellino (LPP-NE): 3,0% (+1,5%)
Bono (M5S): 2,0% (+0,5%)

Commento Candidati: Incertezza assoluta, annullato il vantaggio di Cota anche per l’effetto Rabellino trainato dalla moltitudine di listarelle. .Resta una fascia di indecisione dell’ordine del 12-13%. Decisiva risulterà la capacità per entrambi gli schieramenti di motivare e mobilitare il proprio elettorato a rischio astensione. Per Cota importante farsi conoscere e risultare convincente agli occhi dei concretissimi Piemontesi. Per Bresso e’ importante conquistare alcune fasce di elettorato moderato. Toss-Up.

Laugh or cry?

Quando l'ennesimo articolo sulla situazione politica italiana dell'Economist inizia con "laugh or cry?", è tempo di migrare. A Milano, in Largo Cairoli, sabato 13 marzo, ore 14. Contro tutti questi abusi di potere da parte di coloro che "le regole sono valide solo se fanno comodo a me".

martedì 9 marzo 2010

Largo Marconi LIBERO!

Stasera ero sul mio bel 1 in direzione casa e noto una cosa sconvolgente: il bus taglia Largo Marconi invece di aggirarlo come negli ultimi 27mila anni. Ohibò gente, i lavori della stazione Marconi son quasi finiti (quasi, finiranno a ottobre infatti).

lunedì 8 marzo 2010

Elezioni regionali Piemonte 2010, ultimi sondaggi

Gli ultimi sondaggi prima del consueto blocco con inizio a due settimane dal voto. Per seguire le corse dei cavalli svolte dopo, clicca qui.

GPG, 24 febbraio


Candidati Presidente:
Cota (CDX) 49,0% (INV)
Bresso (CSX+UDC): 48,0% (-0,5%)
Bono (M5S): 1,5% (INV)
Rabellino (LPP-NE): 1,5% (+0,5%)

Commento Candidati: Incertezza assoluta, resta trascurabile il vantaggio di Cota attorno al punto percentuale. Importante capire se Bono e Rabellino riusciranno a raccogliere le firme, la defezione di uno dei due darebbe un vantaggio a Cota o alla Bresso, nonche’ capire se si presenta il mitico PCL. Resta una fascia di indecisione dell’ordine del 12-15%. L’elettorato che voto’ UDC alle Europee, si sta dirigendo con Cota al 25%, Bresso al 50%, ed un altro 25% risulta indeciso. Decisiva risulterà la capacità per entrambi gli schieramenti di motivare e mobilitare il proprio elettorato a rischio astensione. Per Cota importante farsi conoscere e risultare convincente agli occhi dei concretissimi Piemontesi. Per Bresso e’ importante conquistare alcune fasce di elettorato moderato. Toss-Up.


BIDIMEDIA, 5 marzo

Mercedes BRESSO (CSX+UDC) 49,0% (INV)
Roberto COTA (CDX) 47,6% (-1,3%)
ALTRI 3,4% (+1,3%)

Nella precedente rilevazione i due contendenti principali erano praticamente alla pari. Adesso la situazione è un po' cambiata e il centrosinistra acquista un certo vantaggio, seppur ancora marginale. Ad incidere sulla percentuale di entrambi sono soprattutto le liste minori (Bono del movimento 5 Stelle di Grillo e Rabellino, appoggiato da diverse liste di varia estrazione). Il primo prende la maggior parte dei suoi voti dalla Bresso, la quale li sostituisce con altri provenienti dall'astensione o da destra. Rabellino, invece, grazie alla presenza di liste che esteticamente potranno creare confusione negli elettori meno attenti, potrebbe ottenere un buon risultato quasi tutto a scapito del candidato leghista. Proprio perché il suo consenso si fonda sull'errore al momento del voto, il vero valore di Rabellino è molto difficile da stimare dai sondaggi. Io direi che possa valere circa il 3%.
In sostanza il Piemonte lascia, per ora, la categoria di regione in bilico e si avvia verso il centrosinistra. I prossimi sondaggi ci diranno se questo spostamento è temporaneo o se la Bresso sarà la nuova presidente del Piemonte.

IPSOS, 8 marzo

Bresso 49.4%
Cota 48.5%

Da leggere assolutamente il sondaggio di Ipsos, che divide anche l'elettorato a seconda dell'attivismo religioso.

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